mercoledì 26 settembre 2018

In mezzo al bosco della Digola: da Sappada al Passo Digola

Posto sul versante Sud-Est della Terza Piccola, il bosco della Digola è forse una delle zone meno conosciute di Sappada ma non per questo meno bella di altre, anzi. Questo è un bosco misto di latifoglie e di conifere molto fitto, in cui i raggi del Sole fanno fatica a scavalcare i rami delle piante, e per questo, durante le camminate al suo interno, siamo accompagnati da una luce particolare, quasi surreale che ci porta con la mente al mondo delle fate e degli gnomi.

Cartografia: Tabacco 1:25000, foglio 01

Partenza: Sappada, Borgata Palù

Tappe intermedie: Paludi di Tamerle, Casera Tamerle di Dentro

Arrivo: Passo Digola 1674 m

Distanza totale percorsa: 11 km 

Dislivello: +470m / -470m

Tempo: 4 ore soste comprese

Difficoltà: Facile (T) con buon allenamento.

Percorribile con bambini: Sì se con zaino porta bimbo, se camminano da soli anche dai 4 anni in su. No con passeggino anche da Trekking per via delle pendenze. 

Tipo di Fondo: tutto di sassi, breve tratto di sottobosco.

Stagione: Sempre, fattibile anche in inverno con le ciaspole.
La nostra avventura inizia a partire dalla strada che, da dietro alla Chiesa di Santa Margherita di Sappada, ci porta verso il laghetto di Pesca Sportiva, passando a destra dell'area sosta attrezzata per Camper. Proseguendo con l'automobile oppure a piedi lungo la strada asfaltata passiamo sopra un ponte che attraversa il Fiume Piave e in circa 300 m raggiungiamo una zona attrezzata per pic-nic in cui è possibile parcheggiare l'automobile in quanto da qui in avantisi potrà proseguire soltanto a piedi.

Lasciata la macchina quindi, camminiamo lungo la strada sempre larga ma da adesso in poi sterrata, verso un bivio dove sono ben indicati da un bel cartello, tutti i possibili sentieri percorribili da quella zona. Noi svoltiamo a destra sopra il ponte che attraversa il Rio Storto e, una volta superato, ci dirigiamo a sinistra per proseguire lungo il sentiero CAI 314.
Primo tratto del sentiero
Cartelli che indicano la direzione per Passo Digola






















Percorriamo circa 2 km tenendo sulla sinistra il torrente e addentrandoci gradualmente nel Bosco della Digola fino ad incontrare un bivio dove, seguendo a sinistra, il sentiero ci conduce al Passo Ebel oppure al Passo Oberenghe, ma noi dobbiamo svoltare a destra, seguendo le indicazioni per il Passo Digola. Il sentiero 314 è sempre largo e in questo tratto il dislivello non si fa sentire più di tanto.

Sottobosco
Da qui in avanti il dislivello inizia a diventare deciso e il bosco sempre più fitto e dopo mezz'ora di cammino incontriamo un segnavia che ci indica che siamo arrivati alle Paludi di Tamerle a 1400 m. Seguiamo quindi il sentiero CAI 309 sempre in direzione Passo Digola e, sempre in decisa salita, dal bosco ci accorgiamo che ci stiamo avvicinando al Monte Fiorito (2131 m) alla Croda Casara (2372 m) e alla Terza Media (2458 m), cosa questa, che ci fa capire che siamo in avvicinamento alla Casera Tamer di Dentro, infatti, a conferma di ciò, poco dopo, scorgiamo sotto il bosco un gruppo abbastanza numeroso di mucche che, distese all'ombra degli abeti riposano beatamente.
Paludi di Tamerle
Avvicinamento ai monti


















Mucche nascoste tra il fitto bosco
 Dopo 5 km e quasi 2 ore di cammino, raggiungiamo il bivio, a 1650 m, che ci indica che siamo arrivati a Tamer di Dentro e infatti, dopo pochi passi, raggiungiamo la piccola Casera in disuso.

Cartello che indica l'arrivo a Tamer di Dentro
La Casera di Tamer di Dentro






















Ormai il più è fatto e la meta è a poche centianaia di metri: teniamo duro e copriamo gli ultimi pochi metri di dislivello ed ecco che raggiungiamo il Passo della Digola (1674 m), incastonato tra la Terza Piccola e la Terza Media, meraviglioso belvedere sulle Dolomiti di Sesto, tra cui il Monte Popera, Cima Bagni e la Croda da Campo verso Nord-Ovest, e più in la a partire da Sud-Ovest, possiamo allungare la vista sull'Antelao, sulle Marmarole e fino ai Cadini di Misurina.

Ultimi metri verso il Passo della Digola
Passo Digola

Da sinistra: Antelao, Marmarole, Cadini di Misurina e Dolomiti di Sesto

Vista sulle Dolomiti di Sesto

Vista sul Creton di Clap Grande e sul Creton di Culzei

Cavalli al Passo Digola
Dopo averci ricaricato con un buon pranzo al sacco e aver fatto amicizia con due bei cavalli del posto, riprendiamo la marcia, con lo spettacolo appena visto negli occhi e nel cuore, verso casa. 

Seguiamo quindi il sentiero CAI 313 che ci permette di chiudere ad anello l'escursione, senza però deviare per Tamerle di Fuori. Anche qui il sentiero è sempre largo e ben in discesa e il bosco fitto ci mostra una bella varietà di vegetazione.
 
Dopo un'ora e mezza di cammino, deviamo per una scorciatoia indicata dai cartelli ben visibili che ci fa scendere con decisione attraverso la boscaglia verso il ponte sul Rio Storto e da qua, stanchi ma col cuore carico di emozione, raggiungiamo la nostra automobile per poter fare ritorno a casa.


Planimetria dell'escursione, powered by www.komoot.com
Altimetria dell'escursione, powered by www.komoot.com

 

 


martedì 25 settembre 2018

Alla scoperta della Val Sesis: da Sappada alle Sorgenti del Piave, fino al Rifugio Calvi

Le Sorgenti del Piave e la Val Sesis sono posti ricchi di storia, legati indissolubilmente agli eventi riguardanti la Prima Guerra Mondiale; unici nel loro genere sono tra i posti più caratteristici delle Dolomiti Carniche.

Poste a Nord di Sappada, a 1830 m s.l.m., Le Sorgenti del Piave e l'omonimo rifugio, sono raggiungibili in automobile attraverso una comoda strada asfaltata, che partendo da Cima Sappada, attraversa tutta la Val Sesis, oppure, come abbiamo fatto noi, a piedi, attraverso un sentiero naturalistico che può essere imboccato dal centro di Sappada, oppure da dietro la chiesetta di Cima Sappada percorrendo in parte la strada asfaltata sopra citata.

Cartografia: Tabacco 1:25000, foglio 01

Partenza: Sappada, Borgata Fontana

Tappe intermedie: Rifugio Piani del Cristo, Baita Rododendro, Rifugio Sorgenti del Piave

Arrivo: Rifugio P.F. Calvi e ritorno a Sappada

Distanza totale percorsa: 22,5 km 

Dislivello: +940m / -940m

Tempo: 8 ore soste comprese
Difficoltà: Media (E) con buon allenamento.

Percorribile con bambini: Sì se con zaino porta bimbo, se camminano da soli meglio se dagli 8 anni in su. No con passeggino anche da Trekking. 
Per bambini di età inferiore agli 8 anni che camminano consiglio di raggiungere le Sorgenti in macchina e poi in 1/1.30h raggiungere il Rif. Calvi.

Tipo di Fondo: Prevalentemente asfalto, buona parte sottobosco/prato, pietre dalle Sorgenti del Piave al Rif. Calvi.

Stagione: Da Giugno a Ottobre, in inverno con le ciaspole seguendo la strada asfaltata

La nostra escursione ha inizio da Borgata Fontana, a 1200 m circa, sulla strada coperta da sanpietrini che ci porta alla scoperta della meravigliosa Sappada Vecchia. Attraversando in ordine le Borgate Kratten, Soravia ed Ecche, in mezzo alle tipiche case sappadine in legno con le facciate addobbate di fiori colorati di ogni sorta, giungiamo alla Borgata Puiche su strada qui asfaltata. 
Raggiunta con un breve tratto in salita la bella chiesetta dedicata alla Madonna, svoltiamo a sinistra, verso Nord e passato il piccolo gruppo di case, ci immettiamo su una larga carrareccia che, attraversando i Prati di Cretta, ci conduce in poco tempo in mezzo al bosco per congiungerci con il sentiero CAI 139. Dopo un tratto di sentiero stretto e in decisa salita, raggiungiamo quota 1300 m dove il sentiero diventa strada sterrata e con qualche sali e scendi, sempre all'ombra di pini, larici e abeti, ci congiungiamo alla strada asfaltata che parte da Cima Sappada e che ci permette di raggiungere in poche centinaia di metri il Rifugio Piani del Cristo a 1410 m s.l.m..

Ottimo punto di ristoro, soprattutto per pranzi e cene nonchè punto di partenza per escursioni sul Monte Chiadin, il Rifugio Piani del Cristo è il primo dei 4 rifugi della Val Sesis, posto proprio all'inizio della valle, ed è proprio da qui che volgiamo verso Nord, costeggiando il Fiume Piave, seguendo i segnavia di colore giallo con indicazione "Sentiero Naturalistico Piave-Val Sesis".
Esempio di cartello che si trova durante l'itinerario
Percorriamo il sentiero, sempre abbastanza in quota, che cammina vicino al letto del Fiume Piave, alla sinistra della strada asfaltata, tra pietraie e zone di bosco leggero e in un paio di km arriviamo alla piccola ma accogliente Baita Rododendro a 1450 m da cui è possibile anche imboccare il sentiero che, attraverso il Pian delle Bombarde, porta ai laghi d'Olbe, piccoli laghi di origine glaciale, sorti alle pendici del monte Lastroni. 

Ma noi dobbiamo proseguire e, attraversato il ponticello dietro la Baita Rododendro, seguendo il segnavia di colore giallo, proseguiamo lungo il sentiero che ci mostra, più in giù, il paziente lavoro di erosione della roccia compiuto dalla forza incessante del Fiume Piave. 
 
La Baita Rododendro


Vista sul Fiume Piave dal sentiero dopo aver lasciato Baita Rododendro

Ricongiunti ancora una volta con la strada asfaltata, la seguiamo per circa 1 km fino a raggiungere i Fienili di Sesis a 1600 m dove, individuata la Cappellina eretta in onore alla Madonna Miracolosa, ci portiamo sulla sinistra della carreggiata seguendo ancora il corso del Fiume Piave lungo i bei prati fioriti fino a 1679 m. Qui la strada asfaltata svolta decisa a destra con un tornante mentre noi seguiamo il sentiero che ci fa addentrare nel bosco ai piedi del Col di Caneva.  
Fienili di Sesis
Tra sali e scendi e bei ponticelli di attraversamento di vari corsi d'acqua, raggiungiamo il sentiero CAI 136 che "circumnaviga" da Sud verso Nord, il Col di Caneva e che, in un altro km di strada, ci permette di ammirare in tutta la sua maestosità la Cima del Monte Peralba (2649 m) arroccata dietro ai suoi Torrioni, il Pic Chiadenis (2490 m) e la nostra prima meta della giornata, cioè il Rifugio Sorgenti del Piave dove, accanto ad esso, si trova il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale eretto sulla fonte da cui il Fiume Piave inizia il suo viaggio, attraversando il Veneto, verso il Mare Adriatico.






Sentiero del Col di Caneva
Sentiero che attraversa il torrente
Rifugio Sorgenti del Piave
Sorgenti del Piave e monumento ai Caduti
Fino a qui abbiamo percorso 3 ore e mezza di cammino, quindi, dopo un buon piatto di Taglietelle al ragù di capriolo e una buona fetta di strudel, ci prendiamo qualche minuto per distenderci al Sole e recuperare un po' di energie in mezzo agli spazi verdi adiacenti al rifugio, ascoltando lo sgorgare dell'acqua del Piave
Inforcati nuovamente gli scarponi e gli zaini, ci dirigiamo, seguendo le indicazioni vicine al rifugio, verso i piedi del Monte Peralba per seguire un piacevole sentiero che, salendo tra pietraie, pini mughi e qualche zona boschiva, ci conduce al sentiero CAI 132 che, in un'ora, 334 m di dislivello e diversi zig-zag esposti al sole, ci permette di raggiungere la terrazza panoramica della Val Sesis, cioè il Rifugio P.F. Calvi. Quest'ultimo sorge a 2164 m protetto dal massiccio del Pic Chiedenis che maestoso, guarda tutta la Val Sesis, attraversata dal Fiume Piave. 
Segnavia che dalle Sorgenti del Piave conduce al Rif. Calvi
Vista sulla Val Sesis salendo al Rif. Calvi
Il Rif. Calvi sotto al Pic Chiadenis
Indicazione per il sentiero delle Marmotte
Giunti al rifugio le nostre fatiche vengono appagate subito spaziando con la vista ad est sul vicino Monte Chiadenis (2209 m) per poi proseguire sul Monte Chiadin (2269 m) fino alla Creta Forata (2462 m), poi spostiamo il nostro sguardo verso ovest incrociando il Monte Lastroni (2449 m), quindi il Monte Franza (2329 m) protetto alle spalle dal Gruppo del Rinaldo (2473 m), fino a scendere nella meravigliosa e verdeggiante Val Visdende.

Il Rifugio Calvi è famoso per essere il punto di appoggio per la salita alla Cima del Monte Peralba, sia lungo la Ferrata Sartor che lungo la Via Giovanni Paolo II, dedicata appunto al pontefice che il 20 luglio 1988 la percorse a piedi per raggiungere la vetta. 
Entrando nel Rifugio per rifocillarci prima di iniziare la discesa, infatti, ci sono molte foto scattate in quella giornata a testimonianza dell'inaspettato evento.
Ormai giunti al Rif. Calvi
Targa che commemora la salita in vetta al Peralba di Giovanni Paolo II
Vista sul Col di Caneva, sul Rinaldo e sulla Val Visdende
Vista sui resti della Grande Guerra
La giornata ormai volge al termine e noi non ci avventureremo alla volta della vetta ma scendiamo lungo la rotabile da cui siamo arrivati verso la strada asfaltata e da li raggiungiamo prima la Baita Rododendro e poi il Rifugio Piani del Cristo, da dove, infilandoci ancora sotto al bosco lungo il sentiero CAI 139, raggiungiamo i Prati di Cretta, avvolti dalla luce del tramonto di Agosto che ci accompagna al punto di partenza.
Una delle cascate del Fiume Piave

Planimetria dell'escursione powered by www.komoot.com


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